Metodologie didattiche

Jolly Phonics

Nei più piccoli la basi per lo sviluppo delle competenze necessarie peraffrontare correttamente la lettura e scrittura in lingua inglese vengono sviluppate grazie all’introduzione di un percorso legato all’apprendimento dei suoni della la lingua inglese (fonemi), quindi un percorso basato sull’apprendimento fonetico, utilizzando la metodologia Jolly Phonics.

La metodologia Jolly Phonics adottata in numerosissime scuole britanniche da oltre 25 anni e con eccellenti risultati, consente ai bambini di approcciarsi allafonetica in modo ludico e divertente.

Snake, Inky e Ant, 3 simpatici personaggi accompagnano i bimbi più piccoli in un percorso ludico e multisensoriale.

Seguendo i diversi step di apprendimento i bambini impararano a riconoscere isuoni, dapprima quelli più semplici, poi quelli più complessi. Ad ogni suono associano un segno scritto corrispondente (grafema).

In una fase successiva approcciandosi alla lettura ed alla scrittura, impararano lo spelling e l‘alternative spelling e le regole che sottendono alla costruzione della frase, in un percorso che mantiene il carattere ludico e divertente, cimentandosi con testi via via sempre più complessi.

Il processo di apprendimento Jolly Phonics garantisce ottimi risultati con tutti.

È un metodo multi-sensoriale (ossia un metodo che coinvolge nel processo di apprendimento i 5 sensi ) e per questo particolarmente efficace, inclusivo, oltre ad essere particolarmente coinvolgente e divertente.

È suddiviso in 5 fasi di apprendimento :

  1. L’apprendimento dei suoni. Ad ogni suono è associata una lettera (grafema) o un il digraphs (digramma), oltre ad un gesto del corpo e unabreve strofa di una canzone. I suoni sono suddivisi in 7 gruppi.
  2. Imparare a scrivere la lettera o le lettere corrispendenti ad ogni suono (scrivere il grafema o digramma corrispondente).
  3. Il Blending ovvero mettere in successione i suoni per comporre le parole (s-i-ck , è una parola composta da 3 suoni che il bambino non avrà difficoltà amettere insieme ). Il bambino impara che i suoni possono anche essere composti da 2 lettere (digraphs). Ad esempio la parola rain è composta da 3 suoni (r-ai-n), cosicome la parola book (b-oo-k) o la parola ship (sh-i-p).
  4. La segmentazione della parola, è la fase inversa rispetto al blending. Significa scomporre la parola nei suoni che la compongono.
  5. Le Tricky words ovvero le parole irregolari che non seguono una regola fonetica e che i bambini imparano come eccezioni alla regola. I bimbi imparano le parole irregolari che possono servire loro nelle prime letture. I pronomi personali, ad esempio, utili nel costrutto delle prime frasi, ne sono un esempio (I, you, she, he, we, they).

Story Telling

Lo storytelling è uno strumento molto efficace, se utilizzato correttamente, nel favorire l’apprendimento linguistico.

I bimbi amano le storie e le illustrazioni, sono catturati dalla descrizione dei personaggi fantastici, amano ascoltare e riascoltare la stessa storia in quanto capaci ogni volta di trovare nuovi particolari che a volte sfuggono all’occhio dell’adulto.

Ogni storia ha un diverso format narrativo. Abbiamo selezionato per i nostri allievi diverse fiabe e racconti correlati all’età ed al livello di competenza linguistica, con un diverso format narrativo, più ripetitivo per i più piccoli e più descrittivo per i più grandi.

Le storie, con i più piccoli, non sono lette ma raccontate, per favorire il coinvolgimento e l’ascolto reciproco. Sono uno strumento perfetto per favorire ed abituare i bambini all’ascolto in lingua, per imparare nuovi vocaboli e semplici strutture grammaticali, di cui il bambino si appropria per ri-utilizzarli in altri contesti.

La storia prende vita nelle menti e nei cuori dei bambini, i piccoli spettatori si identificano nei personaggi fantastici che fanno capolino tra le pagine del libro ed offre degli spunti meravigliosi per la drammatizzazione e il gioco di ruolo, favorendo nella seconda fase quindi non solo l’ascoltto, ma anche la riproduzione attiva in lingua, di semplici paroline per i più piccoli e di frasi sempre più complesse e dialoghi per i più grandi .

La storia può essere infatti ascoltata e poi rielaborata e raccontata dai bambini, con il supporto di personaggi e ambientazioni che loro stessi possono costruire.

È uno strumento perfetto per imparare:

  • I suoni;
  • i vocaboli;
  • la costruzione della frase;
  • sviluppare la comprensione orale in lingua;
  • viluppare le capacità di riproduzione grazie all’interazione con l’insegnate;
  • la rielaborazione scritta della storia, di una parola , una piccola frase, per poi arrivare ad una rielaborazione scritta sempre piu’ complessa, del racconto.

TPR

Attraverso il gioco il bambino esplora in modo naturale l’ambiente che lo circonda e interagisce con gli altri.

Il gioco favorisce la partecipazione e l’uso del linguaggio in modo semplice e naturale. Particolare importanza nell’apprendimento delle lingue per i più piccoli rivestono i giochi di TPR (Total Physical Response).

La TPR è un metodo creato dallo psicologo americano J, Asher negli anni 70 e tuttora utilizzato in diversi contesti didattici. Si basa sull’osservazione che alcune persone (e molti bambini tra questi) interagiscono combinando aspetti verbali e fisici.

Il metodo utilizzato nell’apprendimento delle lingue, prevede l’associazione di un gesto ad una parola o una frase.

I bambini imparano dunque prevalentemente attraverso il canale cinestesico. Significa che devono fare qualche cosa per ricordare bene una parola, o una nozione. Il gesto diventa parlante.

I giochi di TPR sono molteplici e favoriscono la memorizzazione di vocaboli e strutture grammaticali che gli studenti acquisiscono in modo semplice e divertente ed usano successivamente nella produzione orale.

Sono giochi particolarmente rilassanti per i bambini che favoriscono la partecipazione dei bimbi che si trovano nella fase iniziale dell’apprendimento linguistico, in una fase che abitualmente corrisponde a quello che viene definito silent period durante il quale il bambino immagazzina le informazioni pur non esprimendosi in lingua.

CLIL

La metodologia CLIL (Content and Language Integrated Learning) favorisce l’apprendimento linguistico stimolando l’utilizzo di una seconda lingua per apprendere dei contenuti, incoraggiando un apprendimento naturale ed attivo.

L’attenzione non è posta sulla struttura grammaticale ma sul contenuto e sull’utilizzo della lingua in contesti reali e concreti.

L’approccio CLIL è un approccio laboratoriale, nel quale vengono stimolati partecipazione, ricerca, capacità di problem solving, cooperazione e lavoro di squadra.

Learning by doing, si impara facendo, documentandosi, sperimentando. La lingua non è più una materia di studio, ma un veicolo che rende gli studenti attivi e propositivi, in un percorso di apprendimento coinvolgente e quindi in ultima analisi efficace.

Lifelong Learning

Si dice che “non si finisce mai di imparare”, che “gli esami non finiscono mai”, il Lifelong Learning, o “apprendimento permanente”, è riconosciuto come un elemento essenziale dalle istituzioni europee.

Espandere il proprio bagaglio di conoscenze in nuovi campi è spesso un’esigenza, nel moderno mercato del lavoro.

Una lingua straniera, in particolare, può diventare strumento per aprire altre porte, a maggior ragione se si tratta di un idioma internazionale come l’inglese.

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